Le chiese

Duomo dell'Assunta (Matrice o Chiesa Madre)

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La chiesa Madre di Erice, costruita nel XIV secolo in puro stile gotico; la pianta è di tipo basilicale a tre navate, delimitate da due lunghi filari di alti pilastri di tufo calcareo, sui quali poggiano degli archi ogivali. La volta della cappella maggiore era decorata con mosaici e l’interno presentava, rispetto ad oggi, una disposizione diversa degli altari.


Chiesa di San Pietro (sede del centro Ettore Majorana)

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Costruita nel 1365, fu una delle chiese più frequentate dai fedeli per la sua ubicazione posta al centro del paese. Nel 1575 fu scelta come punto di riferimento per segnare i confini delle quattro giurisdizioni parrocchiali. Nel 1745 fu riedificata in stile borrominiano.



Chiesa di San Giovanni Battista

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Questa chiesa, la cui esistenza è documentata a partire dal 1339, nel tempo è stata modificata e ampliata più volte; ha una doppia facciata e un’alta murata che culmina con un’ampia e splendida cupola. La chiesa fu costruita in una posizione panoramica di particolare bellezza, che consente, ancora, di ammirare tutta la vallata e la costa fino al monte Cofano. Oggi, non adibita più al culto, è utilizzata come auditorium. Ha un portale del secolo XIV e conserva sculture rinascimentali. All’interno della chiesa di San Giovanni Battista si possono ammirare una scultura raffigurante San Giovanni Evangelista di Antonino Gagini e una statua di San Giovanni Battista opera di Antonello Gagini.


Convento e chiesa di San Francesco d'Assisi

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Passando attraverso una cancellata in ferro battuto e attraversando un giardinetto si trovano il convento e la chiesa di San Francesco d’Assisi. La chiesa realizzata in stile rinascimentale è costituita da un’unica navata, un tempo dimora della nobile famiglia ericina degli Abbati, è stata sempre una delle chiese più amate dalla cittadinanza di Erice che la chiama ancora oggi “’mmaculata” essendo dedicata al culto della Madonna Immacolata.


Chiesa di San Giuliano

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Chiesa del XI secolo costruita per ordine di Ruggero il Normanno; è dedicata a San Giuliano che compare nelle raffigurazioni con le sembianze di un guerriero, con la spada ed il falcone poiché, secondo i racconti, sconfisse i Musulmani che volevano espugnare Erice. San Giuliano, detto il “liberatore”, divenne protettore della città, tanto che Erice fino al 1934, portò il nome di Monte San Giuliano.


Chiesa di San Cataldo

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Edificata nel 1300, è una delle chiese più antiche di Erice; fu modificata e restaurata più volte nel corso della storia e ospita al suo interno un crocifisso ligneo ritenuto miracoloso e una delle più antiche acquasantiere marmoree ericine. E’ intitolata a San Cataldo, vescovo Irlandese del VII secolo il cui culto è stato probabilmente introdotto dai Normanni.


Santuario Sant'Anna

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La costruzione del santuario risale ai primi anni del ‘600, ma già circa 60 anni dopo si hanno notizie di un ampliamento per ospitare una comunità di frati Agostiniani Scalzi che non si sono mai stanziati in questo luogo per difficoltà sopraggiunte. Nonostante ciò la devozione verso questo santuario si è divulgata, anche se attraverso i secoli si sono susseguiti periodi di maggiore afflusso di pellegrini e tempi in cui il santuario è stato quasi abbandonato. Luogo di ritiro per gruppi di giovani, dal 1992 è costante nel santuario la presenza di una comunità di vita contemplativa delle Figlie di sant’Anna Adoratrici Perpetue.


Chiesa di San Martino

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Fondata dal Conte Ruggiero nel ‘300 in stile gotico, la chiesa di San Martino è una delle più eleganti di Erice; fu demolita e ricostruita nel 1600 e presenta oggi pianta a croce latina con tre navate divise da colonne. Il transetto è sovrastato da una cupola a sesto rialzato. Molto bello il portale barocco, ma meritano anche le opere conservate all’interno, come il coro ligneo del 1761 nella cappella maggiore creato dallo stesso autore del pulpito, una Madonna della Luce nel transetto sinistro, un crocifisso ligneo del ‘600, vari affreschi e diverse tele di pregio tra cui Santa Cecilia con Angeli e Santi e la Madonna delle Grazie della fine del ‘500.
La pavimentazione è formata in parte da lastre tombali risalenti al XVII e XVIII secolo ed, in parte, impreziosita da mattonelle che riproducono un originario disegno del 1700. Nel prospetto laterale della chiesa si trova una delle edicole votive più antiche della città.


Chiesa di Sant'Alberto dei Bianchi

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Questa chiesa, la cui esistenza è documentata già dal 1423, è dedicata al Santo carmelitano vissuto nel XIII sec. che gli ericini hanno da sempre considerato loro concittadino. Viene chiamata “dei Bianchi” da quando, nel 1568, fu scelta come sede dalla “Compagnia dei Bianchi” (così denominata dal colore dell’abito) nata con lo scopo di assistere materialmente i poveri e spiritualmente i condannati a morte.
Nel corso del XVII secolo, anche con elemosine e con il contributo dell’Amministrazione della città.


Monastero del Santissimo Salvatore

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Il monastero si estende su un’area di circa 1700 mq e poggia su una serie di antichissime cisterne che alcuni ipotizzano essere collegate alle vasche legate al culto della Venere ericina. L’edificio era nel XIII secolo il palazzo della nobile famiglia Chiaramonte. Le monache benedettine vi si insediarono alla fine del 1200. Nel 1588 il monastero si ingrandì fino arrivare ad ospitare fino a 50 suore. Dopo l’unità d’Italia e la legge del 1866 che sopprimeva gli ordini religiosi e confiscava i loro beni, il monastero – centro della produzione di parati in seta, oro, argento e corallo, come anche dei famosi dei famosi dolci chiamati oggi “ericini” – finì la sua secolare esistenza.


Chiesa di Sant'Antonio

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Edificata intorno al XIII secolo, dal 1575 nel momento in cui fu separata l’area fra i bastioni di Erice in quattro parrocchie, fu unita al Duomo, a San Cataldo, e a San Giuliano, parrocchia di Erice. Il Duomo ebbe naturalmente superiore giurisdizione prendendo la metà della città; mentre la restante metà fu ugualmente divisa tra le altre tre parrocchie. Come per Sant’Orsola, ad un certo punto fu ingrandita con una seconda navata. Collocata tra il Quartiere spagnolo e la chiesa dell’Addolorata o di Sant’Orsola, e perciò prossima al rione ebraico, vide via via assottigliare i suoi parrocchiani in quanto la zona si andò sempre più spopolando e all’inizio del XX secolo fu chiusa al culto. Qualche decennio fa, dopo anni di incuria, la chiesa fu del tutto trasformata per essere impiegata quale colonia estiva della diocesi di Trapani.