Trapani

Trapani è posizionata nella parte occidentale della Sicilia, nel promontorio dell’antica Drepanum in latino, dal greco Drèpanon, (Δρέπανον, falce), data la forma della penisola su cui sorge la città. È denominata anche “città tra due mari” in quanto si protende su una stretta lingua di terra, circondata dal mare, che si assottiglia verso la punta estrema di Torre di Ligny.

La mitologia vuole che una falce caduta dalle mani di Cerere (oppure di Saturno), quest’ultimo il tradizionale dio patrono della città, si mutò in una lingua di terra arcuata sulla quale sorse poi la città, per tale forma detta appunto Drepanon.

Nell’Eneide, Virgilio racconta che il padre di Enea, Anchise morì a Drepanum e, dopo la fuga da Didone, l’eroe troiano vi ritornò per celebrarvi dei giochi, i ludi novendiali.

Gli Elimi, un popolo stanziato in Sicilia occidentale in epoca protostorica e di cui Eryx (Erice) era uno dei centri principali, furono probabilmente i fondatori del primo nucleo abitativo di Trapani.

Cosa è possibile vedere a Trapani?

Mura di Tramontana

La passeggiata sulle Mura di Tramontana, a nord del centro storico, rappresenta uno degli scorci più suggestivi della città. Le Mura, che erano parte della fortificazione perimetrale della città antica, furono erette durante la dominazione spagnola, nel Cinquecento.

Lunga un chilometro circa, si estende da Piazza Mercato del Pesce fino al Bastione Conca; è possibile accedervi anche tramite le scalinate presenti lungo il tragitto.


Piazza Mercato del Pesce

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Il Mercato del Pesce si svolge sulla Piazza omonima, che un tempo sorgeva fuori dall’antica cinta muraria, e che ha mantenuto questa destinazione anche quando ne fu inglobata. Dalla Porta Felice, o Porta del Carmine, si usciva su questo spazio naturale e quindi sulla spiaggia, dove sorgeva una porta, che il popolo chiamava della “Bocceria”, perché fuori di essa c’era la struttura del macello cittadino. L’attuale sistemazione fu realizzata nel 1874 ad opera di Giovan Battista Salotti, e si caratterizza per l’ampio porticato ad archi a tutto sesto. Al centro dell’esedra è sistemata una fontanella raffigurante la Venere Anadiomene, ossia Afrodite che esce dal mare.

Ci è piaciuto riportare, senza alcuna modifica, la descrizione, reperita in un blog, di una turista, che così descrive il Mercato del Pesce…

“Passeggiando per il centro storico di Trapani si è sempre obbligati ad arrivare alla parte più stretta della penisola su cui sorge la città. Qui si trova il porto da pesca, protetto dal Castello della Colombaia e, nascosto da un paio di tortuose viuzze, l’antico Mercato del Pesce. Si tratta di un posto incredibile, non tanto per i prodotti in vendita ma per la quantità di personaggi pittoreschi che si incontrano. Marinai dalle mani enormi e dalla pelle abbronzata sono seduti a riparare le reti da pesca, mentre i venditori mettono il pesce all’asta, in un siciliano strettissimo”.

E’ una definizione che coglie il valore “umano”, prima che commerciale, del mercato ittico, la cui descrizione non può essere affidata solo ai colori, agli odori, ai suoni e all’insieme di essi, quasi stordenti, ammalianti. Il siciliano strettissimo cui si fa riferimento altro non è che l’abbanniata, vera colonna sonora di ogni mercato che si rispetti. Abbanniare in dialetto è l’atto di “pubblicizzare” di rendere nota la tipologia e la qualità delle merci. Non è l’elencazione sterile del tipo di pesce ma, di più, è insieme comunicazione ufficiale (che annuncia la stagione di vendita di un pesce), pubblicità (ne decanta la qualità), informazione (ne annuncia il prezzo). Sovente l’abbanniata assume un ritmo cantilenante, quasi musicale. Ogni banco è un quadro da immortalare, ogni commerciante, ogni pescatore un ritratto da fotografare. Le foto da sole però non bastano se non si conserva nella memoria l’odore, il colore del pesce che è protagonista, insieme agli uomini del mercato ittico.


Torre Ligny

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Sulle coste Trapanesi sorge anche la torre di Ligny; fu costruita intorno al 1670 per far fronte alla necessità di difesa che aveva la Sicilia. Questa fortezza ci riporta indietro nel tempo, precisamente nel periodo in cui la Sicilia aveva paura di incursioni. I turchi belligeravano per i mari vicini e gli spagnoli, allora dominanti sull’isola, presero la decisione di restaurare le fortezza esistenti e crearne delle nuove. Una delle città a cui fu data più attenzione fu Trapani. La torre di Ligny fu costruita sulle rocce della città dei due mari, una delle più invase per la ricchezza di materie prime (sale, tonno e vino).

La torre venne intitolata al Principe di Ligny, formata da quattro torrette in muratura con dei fari che servivano anche per la segnalazione marittima.

Ben presto la Torre di Ligny diventò uno dei punti più saldi nella difesa della città (propugnaculum ad urbis tutelam). Nel 1862 fu munita anche di cannoni e la strada per raggiungerla resa più praticabile. Successivamente fu abbandonata per un lungo periodo e solo nella seconda guerra mondiale fu usata per la difesa antiaerea dalla Marina Militare. Nel 1979 è stato approvato un progetto di restauro di Francesco Terranova.


Cattedrale di San Lorenzo

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Per la via principale del Centro Storico è possibile anche vedere la Cattedrale di San Lorenzo, la chiesa vescovile di Trapani. La sua costruzione risale al 1421, voluta da Alfonso Magnanimo, della dinastia degli aragonesi. Nella seconda metà del 1400 la Chiesa venne elevata a parrocchia.

Nel corso del tempo, la Cattedrale di San Lorenzo, ha subito diverse modifiche e ha raggiunto l’attuale aspetto solo nel ‘700, quando ci fu una ristrutturazione ad opera dell’architetto Giovanni Biagio Amico.


… e per una dolce e fresca pausa consigliamo

una bella Granita da “Colicchia”

La Granita Siciliana

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Nel centro storico di Trapani, a due passi dalla Torre dell’Orologio, si trova la pasticceria gelateria Colicchia, una vera istituzione in città, un luogo a gestione familiare dove il tempo sembra essersi fermato.

L’aspetto del negozio è rimasto quello di un locale anni Sessanta, dal sapore vagamente polveroso e retrò, ma proprio per questo assolutamente autentico. Tra queste mura il signor Francesco Colicchia e sua moglie portano avanti la lunga tradizione di una famiglia che ha fatto la storia della granita siciliana.

Qui infatti si possono assaggiare le migliori granite della città, specialmente quelle al gelso e al gelsomino che, accompagnate da panna e da brioches tiepide, rappresentano la colazione tipica dei trapanesi.

La pasticceria offre poi un vasto assortimento di specialità siciliane come cannoli (rigorosamente riempiti al momento), cassatelle, genovesi, graffe e biscotti tipici.


Museo Pepoli

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Nell’ex convento dei Padri carmelitani ha sede il Museo Pepoli. Questo Museo nasce, agli inizi del ‘900, per volere del Conte Agostino Pepoli e all’interno racchiude tutte le sue collezioni alle quali si aggiunsero altre importanti opere provenienti dalla pinacoteca del Generale G. B. Fardella (dipinti della scuola napoletana).


Saline

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La Riserva delle Saline di Trapani è stata istituita nel 1995 e da allora è gestita dal WWF. Gran parte di questa riserva è di proprietà privata e diversi imprenditori continuano l’antica attività dell’estrazione del sale. E’ un paesaggio davvero unico quello che si presenta ai nostri occhi. Metri e metri di bianco sale che crea colori diversi e brillanti a seconda della posizione del sole.

Le specie animali che frequentano questa zona sono quasi 200 tra le quali ritroviamo fenicotteri, spatole, aironi bianchi maggiori, garzette, falchi di palude, cavalieri d’Italia, Fraticelli, gabbiano roseo e martin pescatore. Una vera e propria attrazione della riserva è il cosiddetto “Fungo di Malta” una piata molto rara che in Italia cresce solo in alcune zone come Trapani, Marsala, sulle coste della Sardegna e in Basilicata.